Vitorchiano, il borgo medievale su roccia che ha giurato fedeltà a Roma

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Ogni angolo di questo affascinante borgo racconta una storia, un segreto nascosto, un ricordo che aspetta solo di essere scoperto. È come sfogliare un libro antico, pagina dopo pagina, e lasciarsi avvolgere dalle emozioni di un tempo che fu.
Siete pronti a scoprire con noi questi racconti senza tempo? A immergervi in un mondo dove ogni pietra, ogni via, ogni casa ha qualcosa da dire?

Introduzione

C’era una volta, moltissimo tempo fa, una piccola comunità che oggi viene chiamata Vitorchiano, un borgo medievale sospeso nel meraviglioso territorio della Tuscia. Durante gli scontri tra Etruschi e i Romani, questa cittadina era abitata da semplici contadini e pastori.       In un giorno apparentemente come tanti, i vecchi vitorchianesi furono informati di un’ importante notizia: gli etruschi stavano organizzando un attacco devastante contro Roma, loro alleata. Così, presero la saggia decisione di mandare immediatamente un messaggero affinché avvertisse il Senato dell’imminente e gravissimo pericolo.

Cosa vedere a Vitorchiano

Lo Spinario

Il viaggio inizia da qui, proprio davanti alla statua dello Spinario, un’opera d’arte che unisce la storia alla leggenda. Un bambino che si toglie una spina dal piede, un gesto così quotidiano eppure così potente nel suo significato. Un antico racconto tramandato oralmente narra di un giovane pastore di nome Marzio che giunse dal lontano Vitorchiano a Roma, portando una notizia allarmante all’impero. Un imponente esercito nemico etrusco-gallico avanzava dal nord e minacciava la capitale. Durante il rischioso viaggio, Marzio si conficcò una spina nel piede mentre attraversava la temuta Selva Cimina. Nonostante il dolore, si fermò solo per tentare di estrarsi quella spina, compiendo l’atto che divenne noto come il “Cavaspina”, e poi coraggiosamente proseguì verso la sua missione.


Quando giunse al Campidoglio, riuscì appena in tempo ad avvertire il console dell’imminente pericolo. Poi, esausto e spossato, collassò ai piedi dei senatori. I Romani organizzarono rapidamente la difesa della città e riuscirono a respingere l’attacco nemico. Roma fu salvata.
In riconoscimento della virtù e del coraggio dimostrati da questo giovane pastorello, i Romani decisero di commemorarlo con una statua in bronzo. Ancora oggi, quella statua si erge maestosa nel Palazzo dei Conservatori a Roma, perpetuando il ricordo di Marzio e la sua straordinaria impresa.
Questa magnifica opera d’arte che fa bella mostra di sé all’ingresso del pittoresco borgo è stata concepita e realizzata da Luigi Fondi nel lontano 1979. Un prezioso pezzo di peperino, estratto appositamente dalla cava di Vitorchiano, è stato sagacemente scolpito dal maestro per creare questa meraviglia che oggi ci incanta. E non potrebbe esserci posizione migliore per ammirare la sua grandiosità: dal 2017, si eleva maestosamente di fronte alle ammirevoli mura castellane del borgo, occupando con fierezza la Piazza Umberto I.

Porta d’ingresso del borgo di Vitorchiano

Dalla porta d’ingresso si arriva in Piazza Roma, il cuore pulsante del paese dove ci attende sotto la torre dell’orologio una delle fontane in peperino più artistiche della provincia di Viterbo.

La sua vasca circolare è incorniciata da una cornice e decorata esternamente con archetti trilobati tra specchi rettangolari. Al centro della vasca si erge un tronco di colonna con un tozzo capitello adornato di larghe foglie arricciate, su cui poggia un cippo parallelepipedo che culmina in una piramide tronca, terminando con un fiore.
Diviso in due parti, il cippo presenta nella sua parte inferiore quattro colonnine che emergono dalla base, sostenute da altrettanti archetti. Da queste colonnine, quattro figure gettano acqua dalla bocca. Queste figure rappresentano gli emblemi dei quattro evangelisti:

• Il possente leone per San Marco.

• Il dolce vitello per San Luca.

• L’aquila maestosa per San Giovanni.

• L’angelo divino per San Matteo.

Da qui possiamo decidere di continuare la nostra passeggiata tra i vicoletti affascinanti del centro storico o seguire un sentiero che si trova sotto la fontana e che ci porta in un bosco incantato, dove il paesaggio sembra uscito da una fiaba. Noi decidiamo per quest’ultimo.

Passiamo davanti ad una piccola cappella, la chiesa della Madonna dell’arrotino, un gioiello risalente al lontano 1555. Il suo nome non è frutto del caso, ma nasce da un evento miracoloso che ha segnato per sempre la sua storia.


Un arrotino che passava nei paraggi si vide precipitare addosso un grande masso di peperino. Ma fu miracolosamente salvato dalla protezione della Vergine Maria. Da quel giorno, la chiesa divenne un simbolo di speranza e protezione per la comunità.

Continuando il nostro cammino arriviamo nella valle delle sculture in peperino, opere umane che adornano un tappeto verde, un vero e proprio museo a cielo aperto. Da qui, il tuo sguardo si perde sul borgo antico del paese laziale, un panorama mozzafiato che ti toglie il fiato.
Circondato da alberi, questo luogo dove il tempo sembra fermarsi, d puoi ritrovare te stesso e riscoprire la bellezza della natura.

Eremo di San Michele Arcangelo

La chiesa in onore del Santo patrono di Vitorchiano custodisce al suo interno una statua in peperino che raffigura San Michele Arcangelo mentre combatte eroicamente il feroce drago.
Un luogo di culto avvolto dal mistero, aperto soltanto durante la tradizionale festa patronale che cade l’8 maggio di ogni anno. In questa data di grande significato, che risuona con l’apparizione dell’arcangelo sul Gargano nel 490, una fiaccolata luminosa scende dal borgo fino all’incantevole santuario.

Torniamo nella suggestiva Piazza Roma, attraversando l’incantevole “Porta della Neve”, così chiamata in virtù di una nevicata straordinaria che la vestì di bianco nel mese di agosto.

Archivio Storico

Da visitare l’archivio storico di Vitorchiano, un tesoro prezioso inserito nell’Organizzazione Archivistica Regionale (Oar), una preziosa fonte di testimonianze sulla vita pubblica del paese nei secoli passati. Un scrigno ricco di storia inesauribile che ci svela i segreti e le vicende del passato.


Al suo interno, potrai trovare una collezione di centoventi pergamene, tra cui spicca una in particolare datata addirittura al 1500.


Questa racconta una vicenda affascinante che coinvolge personaggi illustri come Alessandro Sesto, Cesare Borgia e sua sorella Lucrezia.Si narra che, mentre erano di ritorno verso Roma, decisero di chiedere ai vitorchianesi di ospitarli per qualche giorno. Tuttavia, i temerari abitanti di Vitorchiano, vedendo che erano accompagnati da un’intera armata, audacemente risposero con un secco “no”.Due anni dopo, Cesare Borgia inviò una preziosa pergamena, firmata di suo pugno, non al popolo di Vitorchiano, ma al “diletto popolo”, scusandoli umilmente per non averlo fatto entrare. Questo aneddoto è solo uno dei tanti che rendono l’archivio storico di Vitorchiano un luogo da non perdere, una testimonianza viva della vita pubblica che si è susseguita nei secoli.

Profferli

Passeggiando per le strade del pittoresco paese, si possono ammirare numerosi elementi architettonici che catturano l’attenzione. Questi tesori si trovano nelle case e spaziano da imponenti colonnati ad eleganti nicchie, da suggestive logge artistiche a stemmi dettagliati che si ergono imponenti sopra i portali. E non dimentichiamo di menzionare i profferli, caratteristici delle affascinanti architetture medievali dei borghi del viterbese.
I profferli, veri gioielli dell’edilizia, consistono in una maestosa scala a un’unica rampa che si snoda lungo la facciata dell’edificio. La sommità della scala è adornata da una graziosa loggia che antecede l’ingresso dell’abitazione. Vale la pena notare che, fino ai primi decenni del ventesimo secolo, questa stessa area rappresentava uno spazio dedicato alle stalle degli animali domestici, conferendo così un’aura di nostalgia e storia ad ogni profferlo.

Moai

Pochi conoscono il segreto nascosto di Vitorchiano, l’unico luogo al di fuori dell’Isola di Pasqua ad ospitare un Moai, quelle famose sculture giganti. Dopo minuziose ricerche, si è scoperto che il peperino di Vitorchiano, un tipo di pietra lavica, è incredibilmente simile alla pietra originale utilizzata per i Moai. E così, con grande maestria, undici indigeni Maori hanno creato una replica perfetta di queste sculture umanoidi, alta ben sei metri. Da una certa distanza, sembra che il Maori guardi amorevolmente il borgo sospeso di Viterbo, proteggendo i suoi abitanti e coloro che lo visitano. Una visione unica e affascinante che lascia tutti incantati.

Piatto Tipico

Il cavatello vitorchianese, prende vita dalle mani abili delle massaie di Vitorchiano. Questo delizioso tesoro è diventato una delle tradizioni gastronomiche più rilevanti del paese, amato non solo nella Tuscia ma anche oltre i suoi confini. Il Ministero italiano delle politiche agricole ha insignito questa specialità culinaria del comune di Viterbo come un autentico prodotto tipico della tradizione laziale.
Questa pasta autentica è ottenuta con l’acqua e la farina, abilmente manipolata dal tocco magico delle mani fino a diventare sottili spaghetti. La sua consistenza è densa e il suo sapore leggermente aromatizzato.

Dove dormire a Vitorchiano

Un’incantevole dimora risalente al 1500, permeata di storia e calore. Questo luogo è una location spettacolare, che ti permette di immergerti completamente nel passato. Riesci quasi a sentire l’aria carica di antichità. Situata a soli 100 metri dalle maestose mura di Vitorchiano, la casa offre anche la comodità di avere due ristoranti a soli 10 metri di distanza. Un’esperienza che ti farà tornare indietro nel tempo, mentre gusti le prelibatezze locali.

Prenota qui Benvenuti alla Casetta dei Nonni di Vitorchiano.

Curiosità su Vitorchiano

Sospeso in una dimensione temporale senza confini, Vitorchiano cattura l’attenzione con la sua maestosa tessitura di mura castellane, torri che toccano il cielo e affascinanti piazze, chiese e case medievali. È in questo incantevole scenario che Mario Monicelli ha scelto di immergere le disavventure del Cavalier Brancaleone da Norcia e della sua sgangherata armata.


Sono questi luoghi senza tempo che abbracciano il folle viaggio del cavaliere e dei suoi compagni dalla comicità irresistibile. Le antiche pietre raccontano storie di coraggio e devozione, offrendo uno sfondo perfetto per le avventure assurde e imprevedibili di Brancaleone. Ogni vicolo, ogni edificio e ogni angolo stimolano l’immaginazione e incitano lo spettatore a imbarcarsi in questo bizzarro miraggio temporale.

Come arrivare a Vitorchiano

– Dalla A1, prendere l’uscita Orte e seguire la superstrada fino a Viterbo, quindi prendere l’uscita Vitorchiano.
– Da Viterbo, prendere la superstrada in direzione Orte e uscire a Vitorchiano.

 

 

 

 

Mappa

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