Il pittoresco borgo medievale di Casertavecchia sorge su una collina che sovrasta la città e da secoli veglia su Caserta.
Affascinante come tutti i villaggi dalla lunga storia, questo borgo è avvolto da un alone di mistero e leggenda che conferisce un’aura mistica e affascinante alle sue viuzze acciottolate. Grazie alla sua privilegiata posizione, da cui è possibile scrutare l’intera valle fino alla costa, Casertavecchia è stata oggetto di contese e conquiste da parte di molteplici popoli che, succedutisi nei secoli, hanno lasciato il segno nella bellezza e nella vivacità di questo antico centro abitato.
Il borgo di Casertavecchia tra Fate, Fantasmi e Spiritelli
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Dove si trova Casertavecchia
Ma come raggiungere questo tesoro storico? Non preoccuparti sarà più semplice di quanto credi!
Casertavecchia è situata a soli 10 km dalla Reggia di Caserta e per raggiungerla basterà seguire una strada panoramica a tornanti fino al cuore antico della città. E una volta giunti all’ingresso medievale del borgo, potrai parcheggiare l’auto comodamente alle spalle della Chiesa di San Rocco, dove sarà possibile trovare un parcheggio a soli 2€ per l’intera giornata. E se viaggi in camper, l’Oasi San Rocco è l’ideale per una sosta rigenerante.
Cenni storici
Casertavecchia sorge alle pendici dei monti Tifatini a 400 metri sul livello del mare e conta circa 200 abitanti. Le origini del borgo sono ancora incerte, ma secondo alcune informazioni estrapolate da uno scritto del monaco benedettino Erchemperto, già nell’anno 861 d.C. esisteva un nucleo urbano denominato “Casahirta” (dal latino casa che significa villaggio e hirta che significa aspra). Quando i Saraceni distrussero l’antica Capua, i superstiti trovarono rifugio tra le colline circostanti, e una di queste colline diede vita a Casa Irta, che successivamente divenne un luogo di interesse per la chiesa che vi stabilì la sua sede vescovile. Durante il periodo normanno-svevo, furono edificati la cattedrale, il castello con il mastio circolare e altri importanti edifici artistici.
Con il Regno dei Borbone, l’attenzione si spostò sulla Reggia di Caserta e sul centro della città, causando la lenta decadenza di questo piccolo borgo che, nonostante ciò, non ha mai perso il suo fascino, per la bellezza e il suo interesse storico-artistico, e per questo dichiarato Monumento Nazionale il 15 ottobre del 1960.
Cosa vedere nel borgo medievale di Casertavecchia
La bellezza di questo luogo è rappresentata dai suoi monumenti più importanti: la Cattedrale con il suo campanile, la Chiesa dell’Annunziata e il Castello. Qui la vecchia cerchia del perimetro ha mantenuto intatta la struttura cittadina, nessuna nuova costruzione ha disturbato l’armonia di questa città antica attraverso i secoli.
La Cappella di SanRocco
Prima di entrare nel piccolissimo borgo, adiacente al parcheggio intravediamo la Cappella di San Rocco, una piccola chiesetta dalle linee semplici ma incredibilmente affascinante. Costruita dai casertani nel XVII secolo in onore del santo, solitamente chiusa al pubblico. Tuttavia il cancello chiuso non ti impedirà di ammirare l’affresco della Madonna sopra l’ingresso e di goderti l’atmosfera magica di questo luogo.
La cappella ospita tesori artistici del XVII e XVIII secolo, tra cui affreschi, un crocifisso di legno e la scultura di San Rocco, accompagnato dal suo fedele amico a quattro zampe.
La Torre e il Castello di Casertavecchia
Passeggiando lungo un breve sentiero arriviamo davanti alla maestosa Torre dei Falchi, alta 30 metri, considerata una delle più alte d’Europa. Accanto alla Torre troviamo il Castello, la struttura originaria con le sue sei torri di avvistamento era imponente e maestosa, ma oggi rimangono pochi ruderi a testimoniarne la grandezza.
Eppure l’atmosfera misteriosa e suggestiva continua a conquistare i visitatori, tanto che la leggenda del Fantasma della Contessa Siffridina è diventata parte integrante della storia del borgo.
La donna che rimase fedele alla casata sveva fu imprigionata nel castello di Trani all’arrivo di Carlo d’Angiò, ma il suo cuore struggente per il borgo e la nostalgia di Casertavecchia la fecero soffrire più della sua prigionia. Dopo la sua morte, il suo spirito decise di fare ritorno al villaggio e di dimorare nel torrione del castello. Secondo la leggenda durante la notte si sentono i passi e le parole di Siffridina attraversare le strade del centro storico.
Dopo aver attraversato la porta d’ingresso del borgo veniamo catapultati indietro nel tempo, in un luogo dove la bellezza e il fascino del passato si fondono in un’esperienza unica, perfetta per chi cerca emozioni autentiche e un tuffo nel passato.
Il Campanile del Duomo
Tramite una suggestiva stradina in pietra arriviamo nel cuore del centro storico dove ci aspetta la cattedrale di San Michele Arcangelo che, con il suo campanile di 32 metri, svetta sulla piazza e rappresenta un faro per i fedeli. Ogni piano presenta delle bifore finemente decorate su tutti e quattro i lati, tra cui una di questa ha dato vita a una curiosa leggenda. Quest’opera maestosa terminata nel lontano 1234 è composta da cinque piani caratterizzati da meravigliose bifore, tipiche del periodo gotico. Ogni lato della struttura è impreziosito con sculture uniche come la figura umana con una colomba sulla mano, collocata sul lato nord, oppure con la testa di un uomo barbuto ad est. I restanti lati presentano anch’essi la testa di un uomo, ma una in particolare, quella che si affaccia ad Ovest, ha una certa somiglianza con Benito Mussolini, scatenando così diverse leggende e teorie.
La fantasia dei locali ha iniziato a ipotizzare varie teorie: è stata una premonizione del borgo nei confronti di una delle pagine più oscure del paese? O forse il fascismo aveva stretto una forte lealtà al borgo? O ancora, era questa una maniera per denigrare il Duce stesso? Il mistero dopo tutti questi anni rimane irrisolto…
La Cattedrale di San Michele Arcangelo
Ora lasciamoci trasportare dalla magia della cattedrale di San Michele Arcangelo, dove 18 sontuose colonne in marmo, sostenute da capitelli e archi a tutto sesto, ci faranno domandare come sia stato possibile trasportarle con i mezzi di allora. Ma non lasciarti ingannare dall’apparente semplicità, dietro queste colonne si nasconde una leggenda misteriosa che narra del contributo delle fate dei monti Tifatini nel trasporto delle colonne, caricate sulle loro spalle e trasportate fino in cima.
La Cupola di Casertavecchia
La cupola ha un gran valore spesso ignorata poiché è abbastanza nascosta agli occhi dei visitatori , è un tiburio ottagonale decorato con archi intrecciati e mosaici dai caratteri arabeggianti, riprende lo stile di quelle della Costiera Amalfitana.
Lo Spiritello Portafortuna
Tra le vie del borgo entriamo in una bottega e conosciamo lo spiritello, diventato simbolo del borgo, un vasetto in terracotta con sopra dipinto un folletto con diverse espressioni, legato a una una storia affascinate.
La Casa delle Bifore
La leggenda degli Spiritelli è legata a una donna tedesca, Ursula Pannwitz, che negli anni ’70 si innamorò del borgo e decise di trasferirsi.
Acquistò una dimora gentilizia del XV secolo e dopo tanti lavori la trasformò nella famosa Casa delle Bifore, denominata così per le sue finestre.
Mentre la sua casa veniva ristrutturata, Ursula spesso era ospitata dagli abitanti del borgo ed è proprio in quel periodo che rimase affascinata dalle pentole di rame dove di solito si cucinavano i fagioli o il ragù, che pensò di dipingere sopra una faccia.
Una volta terminata la sua abitazione, vi fece anche un laboratorio e iniziò la realizzazione di questi vasetti, “Spiritelli portafortuna”, dove al suo interno è possibile mettere un foglietto con su scritto un desiderio che poi dovrebbe avverarsi.
Ursula morì nel 2014 e il suo vasetto portafortuna divenne il simbolo di Casertavecchia e ancora oggi è possibile trovarlo nelle botteghe.
Curiosità
Nel 1970 Casertavecchia fu scelta da Pasolini per girare alcune scene del film “ Decamerone” e nel 2022 è stata scelta per girare alcune scene della serie prodotta dalla Rai “L’Amica Geniale 3“.
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