Questo piccolo comune vi accoglie con la sua fortezza, classificata tra i castelli più belli d’Italia. Ma non è l’unico tratto distintivo di questo gioiello storico. A differenza dei castelli medievali tipici, situati su un promontorio a protezione di una valle, il Castello di Fenis si trova in pianura. Nonostante ciò, la sua splendida architettura fa pensare che non sia stato costruito per scopi bellici o di protezione, ma come sede amministrativa prestigiosa della famiglia di Challant, potenti proprietari del feudo.
Il Castello di Fenìs, uno dei più belli della Valle D’Aosta
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Come arrivare al Castello di Fenìs
Per raggiungere questo luogo incantato, basta uscire dall’autostrada A5 (Torino/Aosta) a Nus e seguire la SR13 per il Comune di Fenis. Il Castello è ben indicato e visibile.
Cenni storici
La storia del Castello di Fenis risale al XII e XIII secolo e si lega strettamente alle vicende della famiglia Challant, che ha lasciato nella fortezza un’impronta millenaria rappresentata dalle sue torri, feritoie e una doppia cinta muraria. Non perdetevi questa straordinaria esperienza storica e culturale.
Nel corso del periodo tra il 1340 e il 1370, la potente famiglia Challant ha permesso ad Aimone di Challant, un nobile valdostano e fondatore del ramo della famiglia Challant-Fenis, di erigere un incredibile castello a forma pentagonale. Ma fu suo figlio Bonifacio I a trasformarlo in un luogo adatto ad ospitare alti funzionari di stato sabaudo. Tuttavia, con il declino della famiglia Challant, il maniero subì un’inevitabile discesa verso l’oblio ed abbandono, venendo persino utilizzato come fattoria. Solo nella seconda metà del XIX secolo, grazie all’architetto portoghese Alfredo d’Andrade, il castello è stato acquistato dallo Stato, salvandolo dalla rovina imminente e restaurandone le parti più degradate.
Visita il Castello
L’accesso al castello avviene attraverso una torre quadrata, la quale aveva una saracinesca utilizzata in caso di emergenza. All’interno, al piano terra, si possono ammirare la sala d’armi, il refettorio per soldati e servitori, la dispensa e la cucina dotata di un gigantesco camino. Sul ballatoio, invece, è possibile ammirare saggi e filosofi che tengono in mano pergamene con antichi motti in francese.
Saliamo al primo piano del castello dove si trova una meravigliosa cappella, accompagnata da una squisita sala di rappresentanza, la camera domini, la cucina nobile, la sala da pranzo dei signori e la sala di giustizia.
La visita al castello si conclude con l’arrivo nel cortile interno dove è posizionato lo scalone semicircolare, che rappresenta un’opera d’arte della medievale Torino, il Borgo del Valentino, sorpreso dal celebre affresco di San Giorgio che sconfigge il drago.
Alzando lo sguardo verso il piano superiore, notiamo le balconate in legno elaborate con affreschi meravigliosi che raffigurano saggi e profeti con proverbi e parole sagge in antico francese.
Infine, decorando la parete orientale, troviamo i dipinti dell’Annunciazione e di San Cristoforo, attribuiti a un artista vicino alla scuola di Jaquerio, che presumibilmente li ha realizzati tra il 1425 e il 1430.
La leggenda di San Giorgio, l’eroe a cavallo che sconfigge il drago e salva la principessa dal mostro, è un tema abbastanza frequente nelle chiese medievali dell’Europa cristiana. Spesso rappresentato come un santo cavaliere crociato, armato di scudo e lancia, tale figura continua ad affascinare le persone di tutte le età.
La storia si svolge in terra libica, intorno ad un immenso lago popolato da un terribile drago che, con il suo alito velenoso, infestava l’atmosfera e terrorizzava gli abitanti del villaggio, costringendoli a offrire vittime sacrificali per placare la sua insaziabile fame. Quando due pecore al giorno non gli bastarono più, il mostro iniziò ad estrarre a sorte i figli dei sfortunati abitanti.
Un giorno, tra le vittime destinate al drago, fu estratta a sorte la figlia del sovrano. Proprio mentre la giovane era destinata al tragico destino, apparve il valoroso cavaliere Giorgio, un soldato romano della Cappadocia. Si avvicinò alla principessa e le domandò il motivo delle sue lacrime. Rassegnata al proprio destino, la fanciulla invitò il cavaliere a fuggire prima che fosse troppo tardi.
Ma proprio nel momento in cui il drago si apprestava a divorare la principessa, il prode servo di Roma trafigge il mostro con la propria lancia, infliggendogli una ferita profonda. L’eroe, vittorioso, decide di utilizzare la cintola della principessa per soffocare il drago e domarlo. E così, con il mostro al guinzaglio ridotto alla mansuetudine di un cagnolino, i due intrapresero il cammino verso il villaggio.
Di fronte alla folla entusiasta, San Giorgio utilizzò il mostro catturato e ferito come strumento per convertire i villaggi circostanti: “Non temete”, disse l’eroe ai residenti, “abbracciate la fede in Cristo e io sconfiggerò questa bestia”. Tutti, compreso il re, accettarono il battesimo come richiesto pur di vederla morta.
Curiosità
Nel 1985, questo castello servì come location esterna per il film “Fracchia contro Dracula” di Neri Parenti, con la partecipazione di Paolo Villaggio.
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