Come la spada nella roccia anche questo piccolissimo borgo molisano in provincia di Campobasso ha il campanile conficcato nella roccia. La roccia su cui sorge Pietracupa si formò cinquanta milioni di anni fa in fondo al mare: è ricca, infatti, di molti fossili marini. Il suo nome è “la Morgia”. La maestosa rupe, che sovrasta Pietracupa, conferisce al borgo un aspetto magico e un po’ misterioso, tanto da guadagnarsi l’appellativo di Betlemme del Molise.
La magia di Pietracupa, la Betlemme del Molise
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Dove si trova Pietracupa
Il piccolo borgo di Pietracupa sorge a 700 metri sul livello del mare e conta una popolazione poco più di 200 pietracupesi, posto su un colle dell’Appennino molisano a circa 30 km da Campobasso.
Cenni storici
Il toponimo latino “Pietra-cupa” evoca il curioso aspetto bucato della roccia che, fin dall’epoca romana, custodiva le sue grotte segrete. Sul culmine della rupe, nel Medioevo, sorgeva un castello della cui esistenza rimangono ormai poche tracce, ma che ha lasciato il segno nella memoria collettiva del paese. Non lontano dalla Morgia, si erge maestosa la chiesa di San Gregorio Magno, mentre in campagna domina l’abbazia di Sant’Alessandro. Nel 1456, un terremoto distrusse chiesa e abbazia, costringendo gli abitanti a cercare rifugio nella grotta della Morgia, poi battezzata “chiesa vecchia”. Solo nel 1560 fu ricostruita la chiesa di San Gregorio e il paese riprese la sua vita quotidiana. Il Castello, divenuto abbandonato da tempo, venne circondato dalle case dei capifamiglia, che fondarono un sistema di governo decentralizzato basato sulla partecipazione popolare. Nasceva così una comunità solidale e cosmopolita, attenta alle esigenze dei più deboli e dei più bisognosi. La magnifica baronessa Lucrezia D’Eboli, giunta a risiedere in un rustico ai piedi della Morgia, dopo la vendita delle proprietà al marchese Francone nel 1676, rivelò, entusiasta, che i suoi vassalli, grazie alla salubrità dll’aria della zona, raggiungevano l’onorevole età di 80/90 anni.
Cosa vedere
Chiesa di Sant’Antonio Abate
Alla fine del secolo fu scavata nella roccia la chiesa di Sant’Antonio a cui facevano capo i Monti Frumentari dediti al prestito di sementi ai bisognosi, ma una terribile carestia colpì gran parte della popolazione nel 1764, causando strazi e lutto. La fine del feudalesimo giunge finalmente con il re Murat nel 1810 e gli abitanti di Pietracupa, ormai liberati dalle catene feudali, costruirono la torre civica sulla Morgia. Tuttavia, le sorti del paese cambiarono ancora con la restituzione della città ai precedenti signori, a seguito del ritorno del re Borbone nel 1815. 1 signori stessi optarono, in seguito, per la vendita delle proprietà a privati. In quel periodo storico, gli abitanti di Pietracupa iniziarono ad emigrare, ma a partire dal 1840 le rimesse degli emigranti permisero di costruire nuove case. La modernizzazione, invece, tardò ad arrivare: soltanto nel 1880 venne eretto il cimitero mentre la strada Garibaldi fu costruita successivamente, collegando Venafro a Trivento e passando attraverso Pietracupa. Solo nel 1930 giunse l’illuminazione pubblica, ma le case private erano ancora immerse nell’oscurità. La rete idrica, invece, venne realizzata solo nel 1954.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Pietracupa si ritrovò al centro del conflitto tra tedeschi e alleati. Nonostante la ripresa dell’emigrazione nel dopoguerra, numerosi pietracupesi si sono stabiliti in città come Roma, negli Stati Uniti e in varie parti del mondo. Tuttavia, molti di loro tornano spesso, e gli attuali abitanti del luogo, nonostante siano pochi in numero, conservano ancora la vitalità antica del paese.
Sul fianco della maestosa Morgia si celano ancora numerose grotte, alcune delle quali, fino alla metà del secolo scorso, sono state abitate. All’interno di queste caverne si possono notare tracce di un’esistenza modesta: piccole nicchie per il pane, recipienti per l’acqua e altre suppellettili, pozzi per conservare frumento e legumi, panche e ripiani, nonché anelli scavati nella roccia per legare le capre, che fornivano latte e calore alle famiglie.
Leggenda sulla Morgia di Pietracupa
All’interno delle grotte abitavano, anche bambini, per loro era pericoloso uscire da soli, soprattutto al buio. Per questo, le madri raccontavano ai loro piccoli che un temibile
ometto, chiamato “Mazzamarillo”, con una coppola rossa in testa, era sempre in agguato all’esterno, pronto a uccidere i bambini e ad usare il loro sangue per tingere il suo copricapo.
Quest’ultimo nome deriva dallo spagnolo “matamorillos”, che significa “ammazza-morettini” ed è stato probabilmente associato ai mori della Spagna, portato a Pietracupa dai soldati spagnoli nel 1770.
Museo della Rupe
All’interno di alcune grotte, appositamente ristrutturate, si trova il Museo della Rupe, con la preziosa ricostruzione dello scultore Fernando Izzi, che ospita antichi strumenti di tortura provenienti da varie parti del mondo e di varie epoche. Si possono trovare la Vergine di Norimberga tedesca o la sedia delle streghe austro-ungarica, e persino la famosa cintura di castità che è solo una falsa creazione dell’Ottocento, ma ancora ben radicata nell’immaginario dell’orrore. Altri strumenti, come la mordacchia utilizzata per silenziare il filosofo Giordano Bruno durante il suo supplizio sul rogo a Roma, sono invece noti per fatti storici veri e propri avvenuti in Italia. Questa mostra, attraverso i suoi pannelli esplicativi, illustra il cammino tortuoso e sanguinoso che la civiltà umana ha dovuto percorrere per giungere all’etica civile che oggi trova espressione nella Costituzione italiana e nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Largo Falcone e Borsellino
In memoria di due giganti della giustizia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il cui coraggio e determinazione hanno ispirato l’intera nazione, Pietracupa nel 2018 ha eretto un monumento in pietra, progettato dall’architetto Anastasio Di Virgilio e finanziato dai cittadini della città. Il monumento rappresenta due pilastri di roccia, estratti da una singola cava della vicina area, ad indicare il destino comune che ha unito e poi diviso questi due “campioni di giustizia”.
Curiosità
Il luogo dove il tempo va a passo lento è senza dubbio Pietracupa, che si erge proverbiale come il regno della longevità. Attraverso una ricerca d’epoca che risale addirittura al 1676, è stato scoperto che gli abitanti di questo meraviglioso borgo hanno goduto già allora di una vita straordinariamente duratura, raggiungendo tranquillamente gli 80-90 anni. Questo prestigioso titolo fa di Pietracupa la candidata indiscussa a Capitale della longevità.
Posizione
Pietracupa, il delizioso borgo molisano, si erge maestoso su una collina nell’incantevole parte centrale-settentrionale della regione. Ad un’altitudine di circa 700 metri sul livello del mare, offre un’atmosfera incantevole. La sua posizione privilegiata, dista solo 30 km da Campobasso.
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